IL METROPOLITA ANTONIO DI SUROZH
SI È ADDORMENTATO NEL SIGNORE
Lunedì 4 Agosto 2003 il Metropolita Antonio di Surozh ha concluso in pace la sua esistenza terrena, all'età di 89 anni: era il più anziano tra i vescovi in carica della Chiesa Ortodossa Russa (da pochi giorni il Patriarcato di Mosca aveva accolto la sua richiesta di essere messo a riposo).
Il Metropolita Antonio (al secolo Andrei Borisovic Blum) è nato a Losanna, in Svizzera, nel 1914. Ha passato la prima infanzia in Russia e in Persia, dato che suo padre era membro del Corpo Diplomatico dell'Impero Russo. Sua madre era la sorella del compositore Aleksander Scriabin. Durante la rivoluzione russa, la sua famiglia ha dovuto lasciare la Persia, e nel 1923 si è stabilita a Parigi, dove il futuro Metropolita ha studiato, laureandosi in fisica, chimica e biologia, e coseguendo il dottorato in medicina, all'Università di Parigi.
Nel 1939, prima di partire per il fronte come chirurgo nell'esercito francese, ha professato in segreto i voti monastici. È stato tonsurato con il nome di Antonio (in onore di S. Antonio delle Grotte di Kiev) il 16 Aprile 1943. Durante l'occupazione tedesca della Francia ha lavorato come medico e ha preso parte al movimento di resistenza antifascista. Dopo la guerra ha continuato la pratica medica fino a quando è stato ordinato ierodiacono (27 Ottobre 1948) e ieromonaco (14 Novembre 1948) e inviato in Inghilterra a servire come cappellano ortodosso della Compagnia di Sant'Albano e San Sergio. È stato nominato rettore della parrocchia patriarcale russa di Londra nel 1950, elevato a igumeno nel 1953 e ad archimandrita nel 1956, consacrato vescovo nel 1957, e nominato Arcivescovo nel 1962, incaricato della Chiesa Ortodossa Russa in Gran Bretagna e Irlanda. Nel 1963 è stato nominato Esarca del Patriarcato di Mosca in Europa Occidentale, e nel 1966 è stato elevato al rango di Metropolita. Dietro sua richiesta ha lasciato nel 1974 le funzioni di Esarca, per dedicarsi più pienamente alle necessità pastorali del crescente gregge della propria Diocesi, e di tutti quanti si recavano da lui cercando consiglio e aiuto.
Il Metropolita Antonio ha ricevuto lauree teologiche honoris causa all'Università di Aberdeen 'per la predicazione della Parola di Dio e il rinnovamento spirituale del paese'; all'Accademia Teologica di Mosca per il suo lavoro teologico, pastorale e omiletico, all'Università di Cambridge, e all'Accademia Teologica di Kiev. I suoi primi libri sulla preghiera e la vita spirituale (Preghiera vivente, Meditazioni a Tema e Dio e l'Uomo) sono stati pubblicati in Inghilterra, e le sue opere sono ora ampiamente diffuse in Russia e in altri paesi, sia come libri che in periodici.
La Chiesa Ortodossa Russa in Italia non dimentica il suo impegno pastorale e le sue visite nel periodo in cui, in qualità di Esarca, è stato responsabile per questo paese, e neppure la costante attenzione che ha avuto per le nostre parrocchie negli ultimi decenni.
Che il Signore lo faccia riposare tra i giusti!
Confessori e direttori spirituali
In questo campo voglio limitarmi ad alcune osservazioni concrete. Giudicando
da ciò che si sente dire, gli studenti che si laureano negli istituti
teologici si imbarcano nel loro ministero sacerdotale con l'illusione di
conoscere la via dalla terra al cielo, e di saper insegnare agli altri
come raggiungere il Regno di Dio. Non sono stati adeguatamente istruiti
sul fatto che il ruolo del padre spirituale è quello di ascoltare
attentamente, di osservare in spirito di ricerca un'anima umana, in modo
da poter percerpire ciò che Dio stesso opera in quell'anima attraverso
il suo Spirito Santo; e che, lasciando da parte i problemi di ovvie trasgressioni
contro la morale cristiana, il prete che conversa con un fratello in Cristo,
o che ascolta la sua confessione, non è sempre in grado di dargli
una risposta 'da Dio'. Ci sono momenti in cui il prete percepisce chiaramente
l'azione dello Spirito Santo; altre volte il massimo che può fare
è citare qualche passo delle Scritture; talvolta può solo
dire che "questo è ciò che la vita mi ha insegnato'. Si possono
trovare esempi di una simile prudenza e discrezione devota e reverenziale
nei grandi padri spirituali russi. Sant'Ambrogio di Optina, in due occasioni
a me note, disse a quanti venivano da lui pentiti cercando il suo consiglio:
"Che cosa posso dirti? Per tre giorni ho supplicato la tuttapura Vergine
di darmi istruzioni... e rimane in silenzio! Come posso dunque osare risponderti
io?'
Tutto ciò è molto lontano da alcuni esempi che mi sono personalmente noti nella pratica di venerabili padri spirituali e di mladostartsy ('anziani giovanotti'). Eccone alcuni:
(1) Un'insegnante di lettere matura, intelligente, profondamente devota viene alla confessione; 'per insegnarle l'umiltà' l'autoproclamato 'direttore spirituale' le proibisce da quel momento in poi di leggere qualsivoglia opera secolare: 'Dovrai leggere solo i Padri.'
(2) Una giovane donna ebrea, non credente, apre per caso i Vangeli. Ne è illuminata: tutto cambia nella sua vita, è passata dalla morte alla Vita. Amici ben istruiti la preparano al battesimo. Un prete giovane compie la cerimonia. Mentre chiede la benedizione finale, il prete le dice a mo' di addio: 'Ora che sei divenuta cristiana, fino alla morte dovrai provare pentimento perché i tuoi progenitori hanno ucciso Cristo'! E dal paradiso che aveva trovato - o piuttosto, che le era stato dato in dono - la fa ricadere in un inferno peggiore dell'inferno dell'ateismo ignorante.
(3) Due coppie vanno dal 'padre spirituale: 'Batiushka, ci dia la sua benedizione per il matrimonio.' 'Va bene, vi do la mia benedizione, ma dovete cambiare soggetto'. 'Che cosa vuol dire?' 'Tu, "A", pensavi di sposare "E", e tu, "B", volevi sposare "G"; ebbene, cambiate: "A", tu devi sposare "G", e tu, "B", devi sposare "E".' Quelli (da pazzi!) obbediscono, e poco dopo i due matrimoni si spezzano, e uno dei due mariti si suicida.
(4) Un altro caso di pseudo-spiritualità: una coppia vuole ricevere una benedizione per il proprio matrimonio. Il padre spirituale nega la sua benedizione e consiglia lo sposo di andare al Monte Athos a consultarsi con un certo anziano 'che ha visto Satana in forma di serpente e lo ha ucciso con la forza della sua preghiera.' Il giovane va al Monte Athos, trova l'anziano e gli racconta tutta la storia. Il vecchio si limita a ridere e dice: 'Che cosa senza senso! Non mi è mai accaduto nulla di simile. Ora torna a casa, e se vi amate, allora sposatevi.'
E tutte queste storie riguardano 'maturi', venerabili 'maestri'. Che cosa ci si può aspettare dunque da giovani preti, che spesso sono trasformati in mladostartsy? Dopo avere letto i Padri della Chiesa, immaginano di conoscere la via per il cielo, e non notano che questa conoscenza immaginaria non li ha messi nella direzione giusta! Non si dovrebbe insegnare loro che se vuoi andare a scalare una montagna, allora devi sceglierti una guida che è stata lei stessa sulla vetta ed è tornata incolume?!
C'è molto che si potrebbe e si dovrebbe scrivere su questo tema, ma quanto sopra può servire come inizio di riflessione sulla preparazione dei preti, e sui differenti livelli di esperienza nel ministero pastorale.